Alberto Cantoni. L’Umorismo nello specchio infranto
A cura di Fabiana Barilli e Monica Bianchi con uno scritto di Caterina del Vivo
Data di pubblicazione 2005
25 x 17,5 – Pagine 814 – Euro 47,00
ISBN 88-901919-1-0
Raccolta completa di tutti gli scritti editi e delle trascrizioni dai manoscritti, talvolta non datati, dell’umorista Alberto Cantoni (Pomponesco 1841 – Mantova 1904). Come ricorda Luigi Pirandello: Alberto Cantoni è e vuole essere, in fondo, segnatamente un critico che non si serve dei procedimenti della critica bensì di quelli dell’arte. Alberto Cantoni è un critico fantastico. E dunque, un umorista. Pirandello ha tratto ispirazione dalle opere dello scrittore mantovano fino al punto da dedicargli, per riconoscenza, nel 1904 Il Fu Mattia Pascal (alla memoria cara di Alberto Cantoni, maestro d’umorismo) e di pubblicargli il romanzo L’Illustrissimo che uscì postumo nel 1906. Lo “specchio” solitamente riconducibile alla levigata uniformità di una superficie che rimanda, si crede, fedelmente l’immagine; invece l’umorismo visto nello specchio infranto è metafora del pensiero cantoniano. Nella realtà interiore ed esteriore, frantumata in mille paradossi, possiamo scorgere l’autore con i suoi personaggi, e anche noi, la miseria e l’apparente grandezza umana, il bisogno di scrivere come sfogo e insieme come malattia inguaribile, la necessità della felicità e l’impossibilità di questo privilegio, l’autocritica e l’indulgenza, il teatro e la vita reale e, naturalmente, la repulsione e l’attrazione verso lo struggente sentimento d’amore.