Perché gli Etruschi (definiti da loro stessi ràsenna, 𐌀𐌍𐌍𐌄𐌔𐌀𐌓, o rasna, 𐌀𐌍𐌔𐌀𐌓) sono sempre stati dimenticati non solo in qualità di acuti astrologi, ma anche di numerologi, àuguri, aruspici e viaggiatori astrali? Come mai l’Etrusca Disciplina è stata bloccata e tenuta nascosta negli anfratti della Storia? Seneca riprende l’idea di base della religione etrusca e di tutta la concezione della vita che vede in ogni fenomeno naturale l’espressione della volontà divina a cui l’uomo si deve adeguare.
L’Etrusca Disciplina è molto di più.
Consiste in un insieme di dottrine mistico-cosmologiche la cui origine, secondo la tradizione, risaliva alla rivelazione divina di Vecu, ninfa e sibilla, e di Tages, bambino nato con la sapienza di un saggio. Servivano particolari talenti per scorgere il presente e il futuro sotto forma di presagio nel fluire del Mana l’energia vitale dell’Universo. Era pura Energia essendo a un tempo sovrannaturale e naturale, diffusa nel mondo sensibile e in quello sovrasensibile. Quindi potrebbe essere ricollegabile al Settimo Chakra nell’unione del Divino con l’Umano.
Gli etruschi venivano considerati i migliori astrologi e indovini in assoluto; infatti il collegio degli aruspici era formato da fanciulli nobili che venivano educati nelle varie città dell’Etruria. Il loro uso della numerologia è di tipo pitagorico e si rinviene nelle concezioni cosmologiche e religiose, nell’edificazione dei templi e in altre pratiche evolute.
Il mondo parallelo al nostro poteva, allora come oggi, poteva essere raggiunto attraverso l’ipnotica musica degli aulos (doppio flauto), con la danza e per mezzo dello specchio. Le superfici riflettenti finemente decorate sul retro e con la faccia curvata, possedevano poteri magici volti a compiere viaggi fuori dal corpo e per la chiaroveggenza. E dal momento che sul mio volto e nel DNA porto ancora i segni del ramo mantovano della stirpe Rasna, utilizzo Lo Specchio Nero dell’Alchimista® per seguire quel che resta dell’Etrusca Disciplina.